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sabato 23 febbraio 2008

Eppur si vive ...si scrive ... si ...sì!

Sulle ali del tempo
vola e le divora,
del dolore le geometrie segnano il cuore,
scende in picchiata
e all'improvviso plana,
palpiti e sangue e il ritmo riprende,
l'infinito di sopra e di sotto
e ovunque lo sguardo arrivi,
e la fine si perde nell'inizio di nuovo
e continua,
la vita che non vuole finire ma deve

Per ora basta, ciaooo Marter

martedì 12 febbraio 2008

Per ora poesie poesie poesie ... poi il resto ...




Queste poesie sono anche nel sito dell'associazione http://www.gruppoteatrototem.it/, ma volevo averle anche qui ... così per chi vuole ... eccovele, ciaooo

Di un sorriso invadente
di Maria Teresa de Sanctis

Di un sorriso invadente si racconta
dall’anima nasce
il cuore riempie
e per i cieli conduce

ogni alba e tramonto
colora di nuovo
ogni gioia e dolore
riduce ad evento del tempo

ed eterno il momento
al quale ogni cosa protesa si estende
nell’immenso divenire dell’essere.

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Estasi
di Maria Teresa de Sanctis

Mentre danzo
nel sogno che chiamiamo vita
un infinito mi avvolge;
ne intreccio i lembi
ed ecco la felicità!

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Accade
di Maria Teresa de Sanctis

Improvviso,
se giunge in un soffio,
ti tocca nel cuore
e colpisce,
quel bagliore segreto,
tesoro dei puri,
faro della notte dei soli,
ed esplode
e ti prende,
quello è il segno:
come l’onda impetuosa
che tutto travolge e sconvolge
rapisce sensi e consensi
e seduce.

E quando,
con passo felpato,
il lume del senno ci lascia,
smarriti nei nostri sogni e pensieri,
segni e desideri di spine e di rose,
scopriamo il mondo reale
spiare le imprese del nostro sentire
e,
in punta di piedi,
protesi nel presente che vola nel futuro voluto,
ricchi di tanto di più,
più leggeri che invisi,
dall’alto del sogno,
reale o vissuto o finito,
sulle ali di un tempo per noi soltanto scandito,
finiamo.
E di colpo,
nell’immenso di un tutto
esploso ed imploso,
in frantumi ma intatto,
ci destiamo nell’alba del nuovo
di un sogno
dal sapore di vero.

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Ballata del cuore in volo
di Maria Teresa de Sanctis

Quando ti accorgi come è la vita,
un treno in cerca di stazioni,
e l’amore rimbalza sulle pareti stinte di stanze piene di sogni
e l’aria si riempie di pensieri inquieti,
senza posa e senza freno,
allora è il tempo di volare:
balza in groppa al tuo destriero,
cogli l’estro del momento,
fendi l’aria che ti prende
e del nuovo che non sai
bevi il calice per intero
e và!
È il tempo che si rinnova,
il sipario è calato,
l’attesa conclusa stempera l’ansia,
l’ingegno si pasce beato
e bagliori improvvisi e profondi
illuminano il domani sospeso
e tutto pulsa, anche il cuore.

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Un altro mare
di Maria Teresa de Sanctis

E quando
nell’orizzonte ti perdi
nel pensiero di un mondo nuovo
ti ritrovi
per scoprire
che nell’eternità dell’attimo
tutto si ripete
e nell’anima
ogni morte
riporta alla vita
mentre di piccole luci
si illumina un altro mare.

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Del viaggio
di Maria Teresa de Sanctis

Dal sogno
arriva in silenzio
e seduce
ogni intento in volo
e nell’estasi,
e caldo il sole dei mille soli
avvolge
del cuore
ogni passione,
rapisce
l’animo del viaggiatore,
che mai pago ma in eterno felice,
continua il cammino.
La meta,
nel cuore e viaggia con lui,
nutre quell’animo
e lo preserva dalle insidie dei falsi miti in agguato
e nella notte dei tempi
continua a brillare,
quale stella rara e preziosa,
ogni cuore vago e smarrito
nell’ansia del mondo reale.

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Dal fondo
di Maria Teresa de Sanctis

Tristezza,
bevi i miei sogni a sorsi
e fiotti di sangue
l’anima perde
e il cuore si spegne
e un’angoscia di fine,
fine dei tempi dei larghi sorrisi
e garbate speranze
per tutto di un tutto di vita,
tutto travolge e trascina.
E sento le mura infinite
degli spessi spazi scoscesi e spinosi
pressare sull’ultimo dei miei soli infuocati,
e scarsi i calori si perdono
nelle ombre del gelo immanente.
Allora capisco che esisto
e spiegate le ali,
da sempre rigenero sogni,
celati e mai nati,
riesco ancora a volare
nei mondi infiniti di dubbi e sospiri,
dove le anime sole,
quelle che nel buio dei tempi e dei cuori
è lì che ancora erranti ritrovo,
dell’aria del vento
che gonfia le vele
alla volta degli oceani del tempo
e non solo,
si pascono.
E nel conforto dell’estasi,
piccoli siamo ma enorme patimento ci tocca,
accetto gli inganni del cuore.
In quale morte più dolce,
se non mai pago di inebrianti illusioni,
può confidare lo spirito libero dei naviganti dell’arte?
E in questo mare
io mi beo
di annegare.

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Quando la musica parla
di Maria Teresa de Sanctis

Quando la musica parla
le porte del cuore si aprono,
l'uomo è donna
e la donna è uomo,

quando la musica parla
tutti i mondi sono uno
i confini non esistono
e le anime si abbracciano
e tutti si capiscono,

quando la musica parla
io sono il mondo
e gli altri sono me

e nell'estasi del suono
ritrovo i miei tormenti
e nell'inebriarmi della melodia
riconosco i miei ardori
e nel perdermi nelle armonie
ritrovo i miei sogni

e allora capisco
che nel mondo dell'altrove
è riposta ogni verità
e solo nei voli del desiderio
ritroviamo il nostro io più vero

e allora quando la musica parla
io ascolto
e la mia anima vive
e a questo riconduco ogni effimero dell'esistenza
e languendo in uno stagno di rimpianti
mi ricordo del perché

e riconosco la morte in ogni azione inespressa
e in questo la vita passa
e felice di vivere muoio,
quando la musica parla.

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Il viaggio
di Maria Teresa de Sanctis

Ma gravida la donna,
quando gravida la donna rimane,
che cosa la tiene vicina all’essere del ventre già suo,
se non umane illusioni e altro,
l’altro del sogno,
dell’alto,
dell’oltre,
del dove …
quel dove che illude
e annienta.
E annacqua.
E percezioni alterate,
ingannate e ingannevoli e …
Il viaggio.
E il viaggio al parto condusse.
E il parto al sogno conduce.
Il viaggio:
nel nulla,
nel nulla del buio,
nell’abisso dei sensi alterati,
nel gioco del vortice delle passioni,
passioni sospese fra umane illusioni … e altro.
L’altro del sogno,
dell’alto,
dell’oltre,
del dove …
quel dove che illude …
e annienta.
E annacqua.
La madre,
la figlia,
e col viaggio si perpetua l’incontro,
si rinnova l’incanto,
l’incanto di vita,
di morte,
di fine,
d’inizio,
l’incanto del sogno nelle terre da sogno,
nelle terre di mare e di antico.
E messi e raccolti
di risa raccontano,
di donne che nel tempo,
nel dolore s’incontrano,
dall’abbandono risorgono
e la vita rinnovano e altro.
L’altro del sogno,
dell’alto,
dell’oltre,
del dove …
quel dove che illude …
e annienta.
E annacqua.

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Deserti
di Maria Teresa de Sanctis

E se gli orizzonti,
ridendo,
si rivelassero all’ignaro viandante,
smarriti sogni e speranze,
nessuno mai si abbandonerebbe all’estasi
mirando e rimirando il mare
o dall’alto di un monte contemplando a valle
i moti di cuori e desii
e quale deserto di anime
l’infinito parrebbe
sì che persino i più ispirati sogni
rimarrebbero assopiti nel cuore

e quando il peso del vivere preme,
farfalle in balia di luci infide
smarriamo ogni senso e motivo,
anche lì un deserto si mostra,
ricco di misteri altrove svelati,
e un orizzonte pregno d’ignoto ci avvolge
e,
suggendo la nostra linfa vitale,
svela all’anima nuovi mondi e confini
allora al nuovo porgiamo l’orecchio
e nel soffrire del vivere
scorgiamo la gioia del vissuto
e il ritmo sospinto e sospeso dell’alterna esistenza
ci prende
e infine sapienti e leggeri
voliamo
ancora a rimirar l’infinito.

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Se il mondo
di Maria Teresa de Sanctis

Se il mondo,
ben stretto nel palmo di una mano,
mi facesse l’occhiolino
io l’ignorerei,
spirali di fuoco nell’aria effervescente di trepida solitudine,
persino i fiori neri dell’angoscia perenne vi imputridiscono,
son ben altra cosa
e poi dal mio giaciglio,
tana,
covo,
prigione,
culla,
catena,
sogno,
vita
mi librerei in volo
e persone
e non mondi
cercherei.

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Sempre
di Maria Teresa de Sanctis

Custoditi dal suono del mare,
pigiano imperiosi
il bisogno di luce li rende arroganti
a nulla moniti di lacrime
e dolenti paure
giovano
amorfi ma belli
variegati e difformi
insulsi e profondi
cullano l’anima
lenendo pene infinite
con chimeriche fantasie
e infine chini,
grande è la devozione,
prostrati al potere dell’amore,
giacciono sinceri,
i sogni.

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Sole che scalda
di Maria Teresa de Sanctis

Sole che scalda
sole che brucia
sole che ride
oltre gli sguardi
al di là dei colori
verso i tramonti,
il cuore è ferito,
dopo le albe,
e la speranza rimane,
tacendo dei sogni,
smarriti per sempre,
e delle illusioni,
nel nulla svanite,
e ovunque spargendo
le ceneri al vento,
di quello che è stato
di una vita
l’amore.

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lunedì 4 febbraio 2008

Invasione poetica

Perdo

Perdo, cerco, prendo …vado!
Pieno, vuoto, freddo …mio!
Fitto, stretto, nero …cielo!
Bianco, largo, vago …poco!
Lungo, corto.
Grave, lieve.
Sotto, sopra.
Ed è finita,
e così passa,
la vita.
Palermo, 28 gennaio

Tranquilli! è vero che è un pò triste, ma la situazione non è poi così terribile!! Diciamo che questo è il punto di partenza, ma poi .... Certo è che talvolta un gelido velo vorrebbe coprire ogni cosa, ma l'anima è forte e sempre riesce a bucare quell'orrida tela ... che poi per incanto ritorna ... e così si continua ... e per concludere un bel paesaggio del siracusano

Certo, il cielo è cupo ma che bellezza di colori ... alla prossima!!!